La storia

Le origini

Da un Dodge americano ad oggi

Raccontiamo di una storia che viene da lontano, che comincia nell'anteguerra con il capostipite che di mestiere fa il carrettiere.

GLI INIZI

Alfonso Santosuosso, classe 1914 (detto Affonzitiello dai propri compaesani), dopo essersi sposato con la signora Filomena Alterio di Ariano Irpino intraprende il mestiere di “trainiere”. Orgoglioso del proprio mestiere e amante dei cavalli usava tenere un cavallo trottatore insieme a due muli per il traino del comune (detto traino).
Usava raccontare a cosa serviva lo scarto di pista, uno sturno logorato dalle corse in pista chiamato tremotore. Si partiva dal paese natio in quel di Bonito una carovana di trainieri (nonni, fratelli, cugini e compari), alla volta di Santa Margherita di Savoia, per caricare il sale marino. Ebbene, si partiva il giorno prima, per arrivare all'alba per caricare e quando si arrivava nei pressi di Bovino era consuetudine staccare i muli dal traino che li lasciava ai parenti e con il suo trottatore correva verso la saliera di Santa Margherita di Savoia sorpassando tutti gli altri carrettieri e andava a prenotare il numero di carico per sé e per i suoi parenti che a passo d’uomo, anzi a passo di mulo, raggiungevano la saliera per il carico. La mattina, però, era foriera di discussioni dei colleghi, che si sentivano frodati del posto che gli toccava per il carico per le sue continue furbate.

IL DOPOGUERRA

Dopo la guerra il nostro capostipite, tornato dalla campagna d’Africa, acquista un camion Dodge americano, rimasto in Italia dall'esercito americano, e di fatto il trainiere “Affonzitiello” diventa trasportatore. Con gli anni, prima compra un Fiat 666 (anno 1948), poi un Fiat 668 e ancora un Fiat 682/122 (anno 1952). Ma essendo un tipo di automezzo difettoso, la Fiat glielo cambia con lo stesso tipo con un 682/125 (anno 1953), raggiungendo così una flotta di quattro autotreni motrice e rimorchi per trasportare merce per l’Italia.
Improvvisamente, all'età di 55 anni nel febbraio del 1970, viene a mancare, ed i tre figli decidono di proseguire l’impresa fondata dal padre insieme, nel nome di “Don Alfonso”. Con il motto tutti per uno ed uno per tutti si va avanti fino 1998.
Nel frattempo viene a mancare Fiore, uno dei fratelli, e si decise non proprio di comune accordo (perché al momento era caduto il patto che ne era stato coniugato un altro diventato (tutti per uno) e di andare ognuno x la propria strada. Il terzogenito, Giulio, fonda insieme ai figli la S.A.TRA. srl.

I GIORNI NOSTRI

Siamo arrivati al nostro tempo con una persona con il vezzo di essere sentimentale di ricordare ancora oggi una persona cara che non c’è più da 44 anni e che viene ricordato ogni giorno per quello che ha saputo dare in quei pochi anni, avendolo perso a solo ventidue anni.


Ora il gruppo può ambire a prestigiosi traguardi avendo come motto “fede, onestà e puntualità”.


La storia continua. Dal nonno, al padre, ai figli.

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